L’hashtag è un’etichetta. Infatti noi etichettiamo.
Persone, categorie, gruppi di interesse, stili di vita, società, popoli e sì, anche razze. Senza scomodare la geopolitica, nell’arena social usiamo il cancelletto per estendere il privato al pubblico, il particolare all’universale.
Il mio tramonto, la mia cenetta, il mio amore per i cavalli diventano #sunset, #dinner e #wildness per nutrite comunità di entusiasti.
A volte il simbolo mobilita le coscienze: #JeSuisParis, #metoo, #NoPayGap.
Altre mescola spasso e impegno: #IceBucketChallenge & affini.
In ogni caso apre porte, esporta ciò che ci importa, perché (purché) importi al mondo.
Ma vi siete mai chiesti quanto resti veramente dei nostri punti di vista, nello spazietto tra il tag e la parola? Dove sei tu che leggi, dove sono io che scrivo, in mezzo alle stesse foto con la stessa inquadratura, corredate dalla stessa etichetta?
Perfino chi si professa #Untaggable è costretto a ricorrere all’esercizio (e all’esercito) dei cancelletti per ricordare al pubblico ciò che non è.
Ogni giorno, in agenzia, usiamo gli hashtag. Lo fanno tutti, lo facciamo anche noi. Perché non è ancora stato inventato, o almeno diffuso, un linguaggio diverso. Forse ci verrà in soccorso una voce (Alexa?) a prendere le informazioni che abbiamo solo scritto, pubblicato e condiviso e a renderle suono o semplice, indistinto, rumore.
Forse domani tutta questa urgenza di condividere non ci sarà, un po’ come sta accadendo fuori dai social, dove le frontiere diventano ogni minuto che passa più reali.
Intanto, dentro, non ci sono consigli illuminanti, dritte da guru, formule anglofone che rendano questo blog post più utile e strategico di un articolo di LinkedIn sugli ultimi Marketing tools.
Eh, no. Questo è uno spazio di riflessione, un posto dove ci prendiamo una pausa dal fare e ci imponiamo di pensare. E, pensando all’hashtag, ritornano le parole di Jean Baudrillard, che negli anni Ottanta definiva i murales – ovvero i tag dell’epoca – segni nomadi del “nostro” tempo.
Gli hashtag sono i migliori segni nomadi che abbiamo oggi?
Se sono nomadi, dove vanno? Dove ci portano? Verso nuove libertà?
Chi è più libero? Solo chi è #PiuLibero?
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