Federica Longhin | Art Director
Immaginatevi di essere in treno.
Un treno affollato.
A confronto, lo spazio vitale che hanno gli stuzzicadenti nella loro scatola è la distanza tra Vicenza e Marsiglia.
La temperatura del vagone si avvicina a quella di un vulcano in eruzione ad agosto.
L’aria condizionata non funziona.
Mentre state maledicendo tutti i santi del paradiso, notate un ragazzo vestito come un cacciatore di orsi vichingo ricoperto di pelliccia e stivali di cuoio rosso.
Una scena così, deve essere catturata.
Avete visto il vichingo?
Avete visto la pelliccia e gli stivali rossi?
Ok. Allora prego. Rubate alla realtà questo momento assurdo. Condividetelo. O tenetelo per voi.
Non importa.
Ora vi chiedo. Come avete scattato questa foto?
In orizzontale? O in verticale?
Non c’è giusto o sbagliato. Probabilmente la maggior parte di voi l’avrà scattata in verticale. È il mezzo, lo strumento che avete in mano, che lo impone pacificamente.
Un mezzo che ha cambiato anche il modo di progettare i contenuti visivi dei brand sui social, in particolare Instagram: le immagini verticali non solo trovano una naturale cornice all’interno dello schermo del nostro smartphone, ma permettono una costruzione essenziale.
Questo principio funziona anche per i video, non solo nelle Instagram Stories, ma anche su piattaforme come Spotify, che accompagna alcuni brani con contributi video in taglio verticale; studiati appositamente in modo che l’attenzione dell’osservatore si concentri su un ristretto campo visivo dove la storia, la canzone vive. Anche Youtube ha iniziato a permettere il caricamento di video in verticale, sia per gli spot pubblicitari che per i contenuti veri e propri.
Sfruttando il taglio verticale, che per natura risulta dinamico rispetto al formato orizzontale, è possibile guidare l’occhio di chi guarda lungo un percorso fatto di linee, pieni e vuoti, colori: un codice di comunicazione utile per presentare i prodotti, la storia, i brand che stiamo raccontando in modo efficace, grafico e diretto.
Ora vi chiederete.
Photo by Adrian Tormo on Unsplash